Allude all’unica opera in portoghese pubblicata da Fernando Pessoa col proprio “vero” nome (e non con quello dei suoi molteplici eteronomi) il titolo del
progetto fotografico realizzato nel 2012, a Lisbona.
Mensagem, Messaggio- da una comune esperienza di viaggio in una capitale globalizzata, una declinazione di soggetti simbolicamente ordinari e quotidiani, nei luoghi dove il turismo è divenuto quasi imprescindibile decodifica del reale- attiva imprescindibili meccanismi di una memoria labirintica e complessa- indizi di un involontario Messaggio, appunto,
forse ancora da decifrare.
Un itinerario di diffuse e condivise attitudini, con il solo legame di una decisiva suggestione letteraria. Gli scatti rimandano infatti a “quello spazio (sia esso oggetto, musica, parola, luogo, immagine) eminentemente doloroso”, nel senso del sottile, imponderabile margine tra spazio interiore dell’io ed esteriorità dell’evento. Quel nodo di saudade (la nostalgia senza oggetto) dopotutto peculiare alla identità stessa della città- come pure alla esistenza ed agli scritti del maggiore poeta portoghese del Novecento, Fernando Pessoa- inconsapevole anticipatore (attraverso lo sdoppiarsi, il triplicarsi, il quadruplicassi delle sue svariate ed enigmatiche personalità) delle altrettanto spesso plurime ed altrettanto inquiete identità, dell’individuo tecnologico contemporaneo. Dunque è proprio da Casa Pessoa che inizia un percorso di tracce non più solo personali e soggettive, ma emblematicamente universali, seppure inevitabilmente contaminate dalla prismatica ambiguità della ipercomunicazione contemporanea e dalle implicazioni di una memoria pure collettiva e mediatica. Una stratificazione di impulsi, che attiva atlanti di reminiscenze individuali, naturali, intime, speculari a richiami quasi involontari, di molteplici altri universi culturali. Realizzato nel marzo del 2012,
per pura casualità negli stessi giorni della scomparsa a Lisbona, di Antonio Tabucchi, il progetto auspica di rinnovare anche il suo ricordo, proprio attraverso le imprescindibili pagine che il compianto scrittore italiano dedicò al grande poeta portoghese (quasi un breviario, il Libro della Inquietudine di Bernardo Soares- con la sua prima, decisiva prefazione).
Come conclusiva minuta traccia, un ultimo verso da Mensagem – davvero indimenticabile messaggio: ” (…) La vita è breve, l’anima è vasta”